La Convenzione delle Nazioni Unite per Combattere la Desertificazione nei paesi colpiti dalla siccità e/o la desertificazione in particolare in Africa
Il vertice sul Pianeta Terra tenuto nel 1992 a Rio de Janeiro (Conferenza delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo, UNCED) ha deciso la mobilitazione della comunità internazionale a favore di un trattato capace di controbattere il processo di desertificazione. Dopo anni di discussioni e negoziati si arrivati alla definizione della Convenzione delle Nazioni Unite per la Lotta alla Desertificazione (UNCCD) la cui prima conferenza mondiale ha avuto luogo a Roma presso la sede della FAO nel settembre/ottobre 1997.
Shibam (Yemen)
La Convenzione rappresenta un momento di grande innovazione nella politica internazionale perchè privilegia gli interessi delle comunità direttamente colpite dal fenomeno e sostituisce al concetto tradizionale di assistenza quello di cooperazione e di partecipazione.
La Convenzione specificamente dedicata ai paesi gravemente colpiti dalla siccità e dalla desertificazione, in particolare in Africa, si occupa più in generale di tutte le problematiche relative al degrado dei suoli e alla distruzione di risorse naturali e si rivolge anche, in uno specifico allegato, ai paesi del Mediterraneo (Annesso IV della Convenzione).
La desertificazione nel mondo e in Italia
La desertificazione nelle sue forme più intense interessa oltre 100 paesi minacciando la sopravvivenza di più di 1 miliardo di persone. La situazione è particolarmente drammatica nelle zone aride dove circa il 70% delle aree, corrispondenti a 1/4 dell’intera superficie terrestre, risultano minacciate. Ma il problema è largamente presente anche nelle aree temperate.
In Italia da stime effettuate dalla Unione Europea risulta che il 27% del territorio è esposto a un elevato rischio di erosione. Le regioni della Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna mostrano un processo di desertificazione già avanzato.
La desertificazione riguarda sia le situazioni agricole che le aree urbanizzate.
In ambiente agricolo il processo si manifesta attraverso i seguenti fenomeni:
- erosione idrica;
- perdita di fertilità dei terreni;
- salinizzazione del suolo;
- distruzione di humus;
- scomparsa della copertura vegetale;
- esaurimento delle falde e siccità;
- degrado dei pendii e movimenti franosi.
Le aree urbane contribuiscono al processo di desertificazione in modo diretto e indiretto:
direttamente perché si può dire che la stessa urbanizzazione massiccia desertificazione a causa della cementificazione di vaste superfici naturali;
indirettamente attraverso l’assorbimento e la distruzione nelle aree di forte concentrazione demografica di risorse naturali dal territorio.
Tale rapporto stretto tra urbanizzazione e desertificazione è riscontrabile sia nei paesi non industrializzati che in quelli avanzati.
In Africa, nelle aree del Sahel dove è più forte l’avanzata del deserto, il processo di degrado è innescato e si estende proprio a partire dalle aree di moderna e accelerata urbanizzazione che per le loro necessità depauperano il territorio circostante.
In Italia, caratterizzata da un territorio fortemente antropizzato, l’estendersi del processo di desertificazione è in diretto rapporto con la crisi dei centri urbani storici che ad un assetto tradizionale del paesaggio costituito da sistemi abitativi a forte compenetrazione naturale e a basso consumo di risorse, sostituisce un modello basato sulla cementificazione massiccia, il dispendio energetico e l’inquinamento ambientale.
All’urbanizzazione di nuove aree corrisponde l’abbandono e l’esodo dai centri antichi con la scomparsa di presidi territoriali capaci di una corretta gestione del paesaggio. Si determina un processo di desertificazione fisico e sociale. Al degrado architettonico, l’erosione dei sistemi montani, collinari e di pendio corrisponde il depauperamento delle risorse umane. L’emigrazione, la perdita di identità, la caduta dei valori sono aspetti socio culturali della desertificazione.
Le azioni della Convenzione
La Convenzione promuove uno sforzo globale per conciliare sviluppo e tutela dell’ambiente sottolineando che la desertificazione e il degrado dei suoli non rappresentano un problema meramente ambientale, ma si legano a strategie fondamentali di sviluppo economico.
Essa stabilisce:
lo stretto coinvolgimento delle popolazioni locali, delle Associazioni Non Governative (ONG) e delle comunità di base nella messa a punto di programmi partecipati di intervento;
la costituzione di una Conferenza delle Parti, organo decisionale di tutti i governi, con l’autorità di seguire le attività di ogni paese per l’attuazione della convenzione;
la costituzione di un Comitato Internazionale Scienza e Tecnologia con il compito di definire gli indicatori per il monitoraggio del fenomeno desertificazione e l’inventario delle conoscenze e del sapere tradizionale e locale che permettono il risparmio delle risorse naturali e contrastano il degrado ambientale;
la definizione di un Meccanismo Globale preposto al reperimento, alla canalizzazione e alla mobilizzazione dei finanziamenti per l’attuazione della Convenzione.
Il Forum internazionale a Matera
Forum Internazionale sulle politiche Europee per combattere la desertificazione nel bacino del Mediterraneo.
Allo scopo di organizzare la riflessione scientifica e coordinare le azioni operative riferite a questi temi tra i paesi del Mediterraneo (Annesso IV della Convenzione) è stato organizzato a Matera dal 29 al 31 ottobre 1998 l’ INTERNATIONAL FORUM ON EUROPEAN POLICIES TO COMBAT DESERTIFICATION IN THE MEDITERRANEAN BASIN.
Al forum hanno partecipato esperti e rappresentanze politiche al più alto livello di tutto il bacino mediterraneo. Esso ha affrontato le politiche e le misure per combattere la desertificazione e ha analizzato le conoscenze e i saperi tradizionali e locali per la conservazione delle risorse naturali.
Secondo il mandato della Convenzione il forum ha avuto il compito di:
effettuare un inventario delle tecnologie, le conoscenze, il sapere fare e le pratiche tradizionali e locali che contribuiscono al risparmio di risorse e alla lotta alla desertificazione. L’analisi concerne sia situazioni ancora vitali che abbandonate o a rischio. L’obiettivo verificare la possibilità di una riproposizione della logica tradizionale anche attraverso un uso appropriato di tecnologie moderne;
promuovere una cooperazione durevole tra le istituzioni governative e non, coinvolgere l’opinione pubblica e creare un quadro legislativo adatto e i progetti adeguati per realizzare nel proprio paese gli obiettivi della Convenzione.
Il Forum è stato suddiviso in 3 sess
ioni:
Sessione I
INVENTARIO DELLE TECNOLOGIE, DELLE CONOSCENZE E DELLE PRATICHE TRADIZIONALI E LOCALI PER COMBATTERE L’IMPOVERIMENTO E IL DEGRADO DEI SUOLI NEL BACINO DEL MEDITERRANEO.
Sessione II
L’IMPEGNO DEI GOVERNI PER LA LOTTA ALLA DESERTIFICAZIONE NEL BACINO DEL MEDITERRANEO.
Sessione III
PROGETTI E PARTECIPAZIONE: ONG, ASSOCIAZIONI, COMUNITA’ LOCALI, POPOLAZIONI COLPITE.
Nella I sessione ogni paese ha relazionato sull’inventario effettuato nel suo territorio, in particolare le comunicazioni hanno riguardato:
– sistemi tradizionali di conservazione del terreno;
– conoscenze tradizionali sul risparmio di risorse, idriche ed energetiche;
– pratiche tradizionali nella organizzazione della produzione per cicli integrati;
– centri urbani tradizionali e gestione delle risorse naturali locali;
– sistemi di produzione, di raccolta e di distribuzione delle acque;
– autopoiesi e sostenibilità del sistema urbano;
– sistemi di integrazione tra i segmenti del ciclo urbano (produzione,consumo, rifiuti);
– persistenza delle tecniche tradizionali e locali, loro funzionamento ed efficacia;
– possibilità di riuso e diffusione delle conoscenze;
– proposte innovative che coniugano sapere tradizionale e nuove tecnologie adattate.
Petra (Giordania)
La II sessione è stata attuata attraverso una tavola rotonda presieduta dalla Senatrice Tana de Zulueta con la partecipazione del Sottosegretario all’ambiente Valerio Calzolaio e di alte rappresentanze politico istituzionali italiane e del bacino mediterraneo.
La III sessione ha avuto il compito di organizzare intorno al Forum la partecipazione locale.
Lo scopo è stato quello di creare un dialogo tra i progetti e le proposte delle associazioni e degli amministratori locali e gli organismi istituzionali nazionali e internazionali.
Gli interventi hanno riguardato:
– situazioni colpite e popolazioni a rischio;
– nuovi indirizzi da dare ai finanziamenti;
– causa di distruzione di sapere locale e degrado dei suoli;
– nuove priorità degli interventi in atto e programmati;
– progetti e proposte di riconversione di metodi agricoli fattori di desertificazione;
– progetti e proposte per la valorizzazione e il ripristino di tecniche tradizionali nei centri antichi e la rinaturalizzazione e trasformazione ambientale di aree sottoposte alla desertificazione urbana o industriale;
– promozione di nuovi cicli integrati di produzione, consumo e riciclo in area urbana;
– programmi di nuova generazione di assetto territoriale e urbano e di riconversione agricola e insediativa che tengano conto della necessità di arricchimento dei suoli, di ripascimento delle falde e di risparmio delle risorse;
– organizzazione di reti territoriali tra i comuni, patti e comunità di bacino, parchi;
– ricerche e progetti promossi dal Programma di Azione Nazionale;
– progetti finanziati dalla Unione Europea.